"Chiunque passa è considerato,
chiunque si ferma è considerato,
neppure uno può fallire."
- Walt Whitman
chiunque si ferma è considerato,
neppure uno può fallire."
- Walt Whitman
Il blog di DavidIl blog di David è partito quest'estate, ma da qualche tempo ha preso una svolta e la lingua è stata aggiornata a quella che mio fratello adesso parla ogni giorno. Da quando sono arrivati in Irlanda, i post di David hanno iniziato ad essere in inglese e da qualche settimana ha iniziato a condividere i capitoli del suo nuovo libro - potete leggere il primo qui. Anche per David, questo nuovo inizio è pieno di successi, per esempio ha preso contatti con un'agenzia di programmazione che si è mostrata interessata a prenderlo per una sorta di apprendistato. Ci sono già state visite degli amici e a David l'unica cosa che sembra davvero mancare dell'Italia è il cibo - e d'altra parte, come non aver nostalgia del cibo italiano! Il mio fratellino fa strada e io, da sorella ben fiera, vi invito a seguire il suo blog! Trying to stop ourselves in our life is like trying to stop the wind: useless effort.
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Il college è iniziato alla fine di agosto e ormai sono passati due mesi, ci sono stati i primi test e la prima gita, abbiamo già iniziato a incontrare professionisti e politici.
Il corso richiede molto impegno e davvero tanto tempo da dedicare a varie attività non proprio extra-curricolari, d’altra parte è decisamente ottimo e soddisfacente. Come ci si aspetta da un corso universitario non c’è stato un vero e proprio periodo di introduzione, abbiamo semplicemente iniziato a imparare. Come classe gestiamo il giornale del college, il Clyde Insider, (abbiamo appena pubblicato il nuovo sito web) e io ho il ruolo di news and politics editor, gestisco tutti gli articoli relativi a cronaca e politica. Il Clyde Insider non è il tipico “giornale scolastico” che ci si aspetta in Italia, è una pubblicazione vera e propria che viene letta al di fuori dell’istituto e al di fuori della nostra fascia d’età media. Per questo è veramente impegnativo. Copre cronaca, da quella locale a quella internazionale, politica, sport, intrattenimento, scrittura creativa. Sebbene il focus generale sia sugli studenti, il Clyde Insider è un giornale vero e proprio con un pubblico vario al di fuori della scuola. Produciamo articoli a ritmo settimanale e ho già intervistato vari politici scozzesi per alcuni miei pezzi – che presto saranno pubblicati sul sito. Per la versione cartacea invece abbiamo due uscite: a Natale e in primavera/estate. Al momento stiamo lavorando all’edizione natalizia e io sono parte del design team, che si occupa letteralmente di disegnare, impaginare, organizzare, creare il giornale. Siamo nel mezzo dell’azione e il corso si è rivelato molto impegnativo ed estremamente soddisfacente. Veniamo trattati come giornalisti principianti, più che come studenti, inseguire una storia per il giornale è giustificazione sufficiente per essere esonerati dalle lezioni. Perché? Perché la pratica è il miglior insegnamento. Il 28 agosto iniziava il mio corso al college, il 25 stavo tornando da un viaggio in esplorazione del Nord della Scozia. Verso la fine del mese la mia famiglia – che si è trasferita in Irlanda dopo mesi in viaggio in camper – è arrivata a Glasgow. Chiaramente, hanno cercato di sorprendermi arrivando un giorno prima del previsto, ma io quasi me l’aspettavo – a mentire i miei non sono poi tanto bravi – e il camper che era apparso nella stradina di fianco a casa giusto quando avevo terminato le pulizie in salotto era molto sospetto. Cercare di stare appiccicati alla porta d’ingresso del condominio per non essere visti dal balcone poi non è esattamente facile quando si è in cinque. Per la notte i miei fratelli si sono accampati sul mio divano, mentre i nostri genitori dormivano con il piccolo sul camper parcheggiato davanti alla piccola stazione in fondo alla strada. Dopo docce e un po’ di spesa, siamo ripartiti tutti insieme la domenica mattina. Il primo giorno di viaggio è trascorso per lo più in camper. Appena passata Stirling ci siamo ritrovati in un paesaggio viola: erano iniziate le famose brughiere scozzesi. Colline ricoperte di erica e muschio sfilavano ai finestrini. Ogni tanto un lago rifletteva il grigio-blu del cielo mischiandolo ai colori della brughiera. Partiti da Glasgow abbiamo circumnavigato Stirling prendendo la strada turistica e siamo arrivati fino alla zona dei laghi, fermandoci alla sosta di Queen’s View. Ho già scritto un post sulle risorse per l’homeschooling, ma oggi voglio farne un altro sulle risorse open source e più in generale gli strumenti didattici e/o informatici gratuiti. Prima di tutto, che cosa sono le risorse open source? La parola inglese – che si traduce letteralmente in “sorgente libera” – indica software di cui gli autori (o i detentori dei diritti) rendono pubblico il codice sorgente, permettendo ad altri di apportare modifiche ed estensioni al programma. Per intenderci, Open Office (scarica qui) è un open source e offre una versione gratuita dei programmi di Office (Word, Excel, PowerPoint, ecc.), mentre Microsoft Office è un pacchetto a pagamento – una versione gratuita è disponibile per solo uso online e si può trovare, oltre che sul sito di Microsoft, tra le estensioni di Google Chrome. LibreOffice è un altro open source che offre lo stesso pacchetto, personalmente lo preferisco sia a Microsoft che a Open Office. Un’altra versione di questo pacchetto gratuita per uso online è Google Docs, anche questa si può trovare nelle estensioni di Chrome o vi si può accedere dal proprio account di Google (disponibile anche come applicazione per smartphone). Tra le estensioni di Google Chrome, inoltre, si può trovare di tutto, sta diventando sempre più simile al Google Play per gli smartphone, per non parlare dello Store di Windows (disponibile a partire da Windows8) che offre una varietà di applicazioni molto simili a quelle per Android. Un buon sito guida in italiano per i software gratuiti è Freeonline. Non solo offre una vasta scelta tra programmi gratuiti, ma anche molte recensioni di esperienza diretta dell’uso del software. Per farsi un’idea di che tipo di programmi potrebbero tornare utili, si trovano software gratuiti per l’editing di video, la creazione di presentazioni, per disegnare mappe e schemi, consultare il dizionario da una semplice app sul desktop, organizzare la scrittura di un testo, eccetera eccetera. Cos’ho fatto in quest’ultimo mese? Le attività non sono sembrate tante e il brutto tempo praticamente costante ha portato molta noia – sebbene il clima poco umido permetta di uscire nella pioggia senza ammalarsi, per raggiungere qualsiasi posto la distanza è piuttosto lunga da casa e andare in bici tra pioggia e salite non è molto piacevole. Per questo con la pioggia sono stata principalmente in casa, ma la noia ha portato a scoperte e riflessioni. Questa settimana sono di nuovo in ufficio a lavorare, ma nell'ultimo periodo ho passato giornate intere a mandare curricula (vorrei far notare che Writer segnala la parola curricula come sbagliata) di qua e di là alla ricerca di un part time per quando inizia il corso al college. Qualche giorno fa ho mandato la richiesta di iscrizione all’A.I.R.E. (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e di recente ho comprato i libri di testo per il college. Nelle rare giornate di sole ho fatto un salto in centro, fermandomi in qualche bar o facendo una camminata (biciclettata) sul lungofiume. Ma quando il brutto tempo mi ha spinto a rifugiarmi in casa, la noia si è fatta sentire. In genere non è un problema rimanere attivi e creativi anche dentro quattro mura, ma con l’inizio del corso così vicino volevo evitare di cominciare lunghe attività che avrei dovuto interrompere. A tratti ho cercato di sfogliare i libri di testo per familiarizzare con le materie, ho letto, ho provato a scrivere qualche storia. Poi però, in seguito a qualche giorno di assenza totale di ispirazione e un po’ di blocco dello scrittore, ho ceduto alle serie TV. Sotto insistenza di un’amica ho cominciato Brooklyn nine nine – serie divertente e molto migliore di programmi come How I met your mother o altre sitcom con comicità piuttosto banale – e ho finito per fare del binge-watching (che, per chi non lo sapesse, vuol dire guardare tante puntate una dopo l’altra). Alle serie TV si sono aggiunti i Social Media e a questi il collaudo delle applicazioni per smartphone che gli insegnanti del college ci hanno chiesto di scaricare (app per video e social journalism), in aggiunta qualche gioco sul cellulare. Alcuni giorni sono passati con una noia nutrita da attività volte a combatterla che si dimostravano noiose esse stesse. Poi il logos. Mi è stato detto da tanti che non ce l’avrei fatta. Mi è stato detto da “sostenitori” che l’homeschooling va bene, ma senza diploma non si va da nessuna parte. Mi è stato detto da mio padre che anche se alcuni ce la fanno, sono decisamente pochi e io non sarei mai stata tra quelli. Sono stata definita presuntuosa e “so-tutto-io” da parenti e mi è stato detto che non ne capisco niente del mondo e che la vita non funziona così.
Forse sono presuntuosa. Ho la presunzione di credere che posso costruire la mia vita, ho la presunzione di lottare per raggiungere il futuro che voglio e non quello che mi è consentito. Ho la presunzione di andare avanti e non mollare, nonostante ciò che dice la gente intorno a me. Ho la presunzione di non dare retta a chi cerca di scoraggiarmi. Ho la presunzione di non accettare l’esperienza di un altro come regola per tutti. O forse non sono presuntuosa, forse sono solo ambiziosa. Ho l’ambizione di percorrere il percorso che desidero. Ho l’ambizione di fare la mia scelta individuale. Ho l’ambizione di realizzare i miei sogni. Ho l’ambizione di vivere secondo l’individuo che sono e non secondo uno stampino sociale. In ogni caso, è grazie alla mia presunzione/ambizione, alla mia passione e determinazione che ho raggiunto il mio obiettivo. Ho rifiutato il percorso segnato per noi e ho rivendicato un diritto che mi appartiene: la libertà di fare le mie scelte. Mi sono messa in gioco e ho sfidato i miei limiti, e i limiti che la società aveva tracciato intorno a me. Ho rifiutato la sicurezza in favore del dubbio, ho lasciato una risposta in favore della domanda. Ho dubitato di ciò che sapevo e ricercato nuova conoscenza direttamente dal mondo. Dei due sentieri scelsi il meno battuto, per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto. (cit. “L’attimo fuggente”) Questo non mi ha reso un’esclusa, un’emarginata. Al contrario, ovunque vado ho una storia da raccontare. Ci dicono di distinguerci, di essere unici. Ma quando ci mostriamo tali, ecco che cercano di spingerci di nuovo nei contorni ben delineati dalla società. Unici, ma non troppo. Speciali, ma non troppo. Speciali nel senso di preferire una serata al mare piuttosto che in discoteca, unici nel senso di comporre poesie, distinti nel senso di appassionati di astronomia. Non diversi. Ma nella storia sono i diversi quelli grandi. Dicevano che senza diploma non sarei andata da nessuna parte, io ho volato fino in Scozia. Sarebbe bello poter arrivare nel bel mezzo dell’azione.
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Sara
Aspirante giornalista, blogger, scrittrice e viaggiatrice. Categorie
Tutto
Il mio blog in inglese.
Seguite i miei viaggi e i miei pensieri qui. Qui potete trovare il mio portfolio online.
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